Ida Tonini e il giardino ritornante

Mirabili storie si dispiegano in un avvincente gioco di raddoppiamenti e inarcature in questo Rondò per giardini, luminescente volumetto dove, fin dal titolo, s’intravede come l’ispirazione dell’autrice, Ida Tonini, sia tutta accordata con diletto attorno al tema del giardino come chiave privilegiata di accesso al mondo (Il formichiere, pp. 117, € 10).

Da quelli recintati di alte mura ai tempi della Repubblica di Venezia, dove piante, bulbi, semi e specie esotiche arrivavano da ogni dove, collezionate come pellegrine al giardino dei suoi degli anni giovanili a San Giobbe, vicino all’ex giardino botanico istituito da Napoleone, dall’infanzia con cinque fratelli e un’altana sui tetti di Venezia in un palazzo settecentesco sul canal grande dei Volpi proprietari oltreché dell’orto giardino di Ca’ del Leon sulla Giudecca – vicino a quello novecentesco anglo veneziano dei coniugi Eden –, della palladiana per antonomasia Villa Barbato a Maser, che nel 1719 aveva ospitato quel Lord Burlington, autore poi con William Kent del parco di Chiswich, e all’origine della diffusione dell’architettura palladiana oltremanica e del giardino paesaggistico. Per passare ai giardini che il patrizio e umanista veneto Andrea Navagero, sodale del Bembo, raccomanderà durante la sua assenza alla cura dell’amico Giambattista Ramusio, che nello stile di Plinio a sua volta racconterà i giardini dell’Alhambra dopo la reconquista. Da annoverare tra i più amati, con quelli moreschi, magari anche nelle reinvenzioni di Jean-Claude Nicolas Forestier. E via così.

Benedetto Caliari, Villa veneta con figure, Bergamo, Accademia Carrara_1570-1580

La sensazione è quella, privilegiata, d’esser messi a parte d’una conoscenza distillata in una vita sul doppio registro intrecciato del lavoro di scavo documentario di una protagonista irregolare avanti nello studio delle forme del giardino e della sua personale memoria familiare e orticola – esclusiva per frequentazioni e opportunità inventate. Ma soprattutto, avvinti al tema ritornante del giardino, d’esser condotti a frequentare, per associazioni e analogie, congreghe e contesti inesplorati, parentele intellettuali e converger d’intelligenze, sensibilità. Intravedendo, quantomeno, l’aura di quei luoghi d’artificio d’elezione.

Ida Tonini, Rondò per giardini. Storie di giardini e altre storie, Il formichiere, pp. 117, 10,00, recensito  da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XII, 23, Supplemento de Il Manifesto del 5 giugno 2022