Giardinieri con humor

Con umorismo tipicamente inglese, sempre giocando sul filo del paradosso, l’accoppiata di vignette e testi che, per la penna, rispettivamente di Heath Robinson e K. R. G. Browne, si rincorrono tra le pagine del volume Come coltivare un giardino, con arguzia si fanno gioco di fissazioni e idiosincrasie, manie e furbizie del variegato mondo dei giardinieri di fatto e aspiranti tali (Elliot, pp.114, € 13,50).

Pubblicato originariamente nel 1938 nella serie How To…. , animata dal gusto del tempo di stigmatizzare con leggerezza i tic della modernità incalzante (Come essere un marito perfetto, Come vivere in un appartamento, Come essere un automobilista), questo non manuale inscena risposte astruse alle inverosimili esigenze di quella genia evocata sotto il segno dell’assurdo fin dalla dedica: giardinieri scorbutici,  strabici o astemi, quelli in luna di miele, i calvi, gli irsuti, ma anche agli architetti di giardini rocciosi, i tagliatori di fiori all’occhiello. Quelli insomma che da tempo ormai non si vedono i piedi… per le troppe piante.

Tramite per accedere all’universo di quella “scienza altamente complicata” è l’invenzione di contorti marchingegni, fatti di inessenzialità e straordinari ingranaggi – serre tascabili, forconi stantuffo, pratici dispositivi per despinare i cactus – disegnati da Robinson (fumettista e illustratore anche di impegnative interpretazioni da Shakespeare al Gargantua e Pantagruel di Rabelais) che all’esagerazione dei meccanismi convocati affianca, con indubbio effetto comico, l’immota, coscienziosa convinzione e serietà dei loro utilizzatori, sobriamente disegnati, con linee limpide tra larghi bianchi.

Così, tra aggeggi improbabili e intraducibili giochi \di parole, schemi di design per tutti adatti, illustrazioni di astrusi strumenti di lavoro associati in uno come in una sorta di giardiniere-orchestra, si alternano a dettagliate indicazioni su come lavorare sospesi su carrucole per non calpestare i germogli o avanzare su trampoli per raccogliere le cipolle primaverili.

Tra bretelle magnetiche e deflettori per il vento, In una fantastica, sbrigliata galleria di macchinari e espedienti, Non mancano suggerimenti per gli “Intrattenimenti in giardino”, che non ha senso avere se non lo si mette in mostra, nella sezione Ornamenti e divertimenti, dalle fontane da cooktail alla meridiana da cui spillare birra, ai posacenere disseminati nel giardino, affidati alle cure di slanciate statue di Eros.

Per proseguire con l’eterna fissazione della lotta ai nemici del giardino con inchiodalumache, trappole per cimici e fin l’assunzione di un vocalist per dissuadere i parassiti del giardino (in compenso, farfalle ammaestrate ci ispirano una meravigliosa impollinazione).

Senza che nulla tolga al dispensare di cotanto sapere, la candida confessione che “né il signor Heath Robinson né io abbiamo mai coltivato nessuno dei fiori o degli ortaggi menzionati in quest’opera”.

Heath Robinson e K. R. G. Browne, Come coltivare un giardino, Elliot, pp.114, € 13.50, recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XI, 19, Supplemento de Il Manifesto del 16 maggio 2021