Paesaggi terapeutici. o della biofilia dei luoghi

Poste a fondamento di immaginari e cosmogonie, le relazioni che intrecciamo con la natura permeano lingue, convinzioni, fedi, e, a partire dalle molte loro tracce in miti e leggende delle culture più diverse, è evidente anche l’idea diffusa che la natura abbia virtù curative per la mente e per lo spirito.

L’ipotesi di un amore innato che ad essa ci lega, di un irrefrenabile impulso ad entrare in connessione – l’ipotesi della biofilia dell’americano Edward O. Wilson – ha trovato nel tempo una serie di conferme nell’analisi della capacità dei luoghi naturali di attenuare lo stress, ripristinare l’attenzione, abbassare la pressione e migliorare il nostro umore.

Con l’indicazione metodologica che anche l’apprezzamento di natura e paesaggio cambiano nel corso del tempo e con il bagaglio di docente di «letteratura della crisi climatica» specializzata nel legame tra natura e salute mentale, tra Coleridge e Wordsworth, la poesia della contemporanea ElizabethJane Burnett, Margaret Atwood e le sperimentazioni della scrittrice rifugiata Bessie Head, Samantha Walton, ci conduce così alla volta di una serie di Luoghi per guarire (sottotitolo, Il potere curativo della natura, Ponte alle Grazie. pp. 368, € 20, 00).

Paesaggi terapeutici, come giardini, parchi – a lungo intesi come macchine per il benessere –, ma anche foreste, montagne, e perfino luoghi ormai perduti e ambienti naturali virtuali, ricreati artificialmente a uso medico e nell’industria del benessere.

Con un taglio critico, si evidenzia come spesso una costruzione estetizzata della natura – che ad esempio si incarna nel parco paesaggistico, a lungo modello dominante – abbia un forte, negativo impatto ecologico.

Robert Burton, Anatomy of Melancholy, 1626, IIa edizione, dettaglio sullo sfondo un giardino

Mentre, nella convinzione dell’inscindibilità della salute di natura, individuo e società, una vera ricerca del ripristino dell’equilibro comporti, oltre la bellezza, un potenziale radicale. Che se da un lato i benefici psichici dell’accesso alla natura sembrano perlopiù riservati, in una sorta di gentrificazione ecologica, a chi può permetterseli, indiscriminato appare di fronte al disastro della catastrofe ambientale il senso di prostrazione, «eco-ansia», inadeguatezza e muta disperazione.

Samantha Walton, Luoghi per guarire. Il potere curativo della natura, Ponte alle Grazie. pp. 368, € 20,00,  recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica XII, 31, Supplemento de Il Manifesto del 31 luglio 2022