Fiona Stafford. Alberi radiofonici … salvacondotto

Negli scaffali della serie ormai ben nutrita di volumi che dalle più diverse prospettive son dedicati agli alberi e a quell’intima e pur sempre incommensurabile relazione che ad essi ci lega va ad aggiungersi ora questo intitolato a La lunghissima vita degli alberi (Hoepli, pp. 298, € 19.90) di Fiona Stafford, studiosa di storia della letteratura, arte e ambiente, nonché docente ad Oxford, ma soprattutto autrice di una serie di successo per BBC Radio 3, dedicata al rilievo e al significato degli alberi.

Ed è con questo andamento radiofonico, a tratti affabulatorio, che l’autrice appronta una sua galleria di profili – diciassette alberi del tutto comuni, dal tasso al ciliegio, dal sorbo all’ulivo, per via di cipresso, quercia, frassino, salice, biancospino, … melo –, muovendo da una tavolozza di citazioni letterarie, considerazioni e ricordi, innescati da oggetti – pigne raccolte, brani di corteccia – e immagini che valgono come salvacondotto di un personale viaggio in andirivieni tra scrivania e alberi di mondi anche diversi, temporalmente, geograficamente.

Intessendo così tra loro cosmogonie e mitologie, leggende, favole, canzoni e, in un procedere per continue digressioni, letteratura e storia della cultura, simbologie, rappresentazioni, indicazioni scientifiche, ecologia. Più praticamente, ricordando anche usi e arredi, strumenti musicali, scafi.

Nell’irriducibile specificità di caratteri – le infinite varietà regionali (delle mele, per fare un esempio) – e presenze raccontate, capillarmente rilevate dalla toponomastica, dove esemplari speciali connotano la morfologia dei luoghi fino a farsi monumenti naturali, ne risulta comunque un linguaggio universale nella forma, che si dispiega nella sinfonia del bosco nel ciclo stagionale.

Il volume, tutto anglosassone nel punto di vista e nel piglio narrativo, si presenta ricco di citazioni letterarie, illustrazioni e riferimenti pittorici, dalla serie dei pioppi di Monet ai pini della Sainte-Victoire di Cézanne, ai primi ritratti di alberi a soli, commissionati come soggetti principali dai proprietari delle tenute inglesi del Settecento, al progetto in forma di fregio semi-egizio di David Hockney dove Venticinque grandi alberi alterano la percezione del camminare lungo una via, a seconda delle stagioni, verdeggiante o dorata di individui sempre in evoluzione. Alberi che “hanno il fascino delle cose che crescono solo perché debbono crescere”.

Fiona Stafford, La  lunghissima vita degli alberi, Hoepli, pp. 298, € 19.90 , recensito da Andrea Di Salvo su Alias della Domenica X, 2, Supplemento de Il Manifesto del 12 gennaio 2020